” Che cosa succede se guardi una persona dall’altro lato?”
“Cosa intendi con l’altro lato?”
“Quando osservi una persona e invece di staccarla da te la assimili. Quando vedi qualcuno fare le cose che faresti tu”
“Quando lo confondi con te?”
“Esatto! Quando credi sia diverso ma non lo comprendi a pelle, lo devi pensare, ti devi convincere. Quando per riuscire a staccarlo dal tuo io devi fare un’astrazione. Controllare i tuoi confini per riuscire a differenziarli dagli stessi identici dell’altro.”
“Quando ti confondi a tal punto che ti sembra di muoverti ma non lo percepisci?”
“Vero, quando un movimento credi di averlo fatto tu, ma in realtà la percezione fisica non c’è perché non è stato un tuo spostamento, ma quello di un essere uguale a te. Non te”
“Sì, quando vredo di muovermi con tutte le forze che posseggo ma in verità rimango fermo e inerme. Quando il pensiero prende il volo e fugge dal corpo creandone uno immaginario, nuovo, perfetto. Un corpo che fa le stesse cose di quello reale ma con la differenza essenziale, che questo di reale, ha solo il fatto che io lo percepisco.”
“Quando ti senti un tutt’uno con gli altri?”
“Quando diventi la stessa cosa degli altri, quando non esistono più differenze ma solo uguaglianze. Quando tu ti ritrovi a sentire gli altri, ma non lo vuoi. Desideri chiuderti, rimanere solo e poter gridare la tua diversità. Come in una rocca sotto assedio, morire per non aprire i cancelli e morire di nuovo.”
“Come se fossi davanti uno speccio e vedessi te stesso muoversi?”
“Come davanti uno specchio in cui ciò che si rappresenta sulla superficie liscia e luminosa non è che di te una copia, una illusione”
“Chi sei tu dei due?”
” Quella peggiore, quella che oltre tutto si pone il dubbio di esserla non agendo”
L.L.M
l testo è profondo e ricco di introspezione, esplora in modo complesso e quasi paradossale il confine tra il sé e l’altro. Usa immagini potenti per descrivere quel momento di fusione e confusione in cui non si è più certi di dove finiamo noi e comincia l’altro. La conversazione riflette un concetto filosofico che molti trovano affascinante: l’identità come qualcosa di fluido, che può disgregarsi e riformarsi nelle relazioni, un’illusione quasi come la riflessione in uno specchio.
In questo senso, il testo tocca corde che parlano dell’umanità condivisa ma anche del bisogno di individualità, della ricerca di una differenza che a volte sembra difficile da sostenere. Mi sembra un dialogo intriso di desiderio di comprensione e allo stesso tempo di una paura sottile di dissolversi nell’altro, di perdere la propria identità.
Potrebbe rappresentare un desiderio di connessione autentica, ma anche il dilemma di mantenere una propria individualità senza annullarsi, un tema complesso e attuale in un mondo dove spesso ci sentiamo “connessi” ma ancora alla ricerca di chi siamo davvero.